Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25288 del 23 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25288PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso può essere desunta da conversazioni intercettate che dimostrino in modo inequivoco l'intraneità dell'indagato all'organizzazione criminale, il suo ruolo di vertice e il suo coinvolgimento attivo nella gestione degli affari illeciti, come la spartizione di appalti pubblici e le lotte di potere all'interno delle cosche. Tali elementi, unitamente ad altri indizi convergenti come i rapporti, il luogo di residenza e il nome di battesimo, possono costituire una grave e solida prova indiziaria, sufficiente a giustificare l'applicazione della custodia cautelare in carcere, in applicazione della presunzione di adeguatezza di tale misura prevista per il reato di associazione mafiosa. La valutazione delle conversazioni intercettate e dell'attendibilità degli elementi indiziari rientra nella discrezionalità dei giudici di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se logica e congruente, anche in relazione alla sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, rappresentato dalla consapevolezza e volontà di partecipare all'organizzazione criminale. L'inutilizzabilità delle intercettazioni per violazione delle norme sulla proroga può essere esclusa qualora la motivazione del decreto di autorizzazione, richiamata dal provvedimento impugnato, risulti adeguata e dettagliata circa le ragioni di inidoneità degli impianti installati presso gli uffici della Procura e le eccezionali ragioni di urgenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo Presidente del 01/06/2 -

Dott. ZAMPETTI Umberto Consigliere SENTE -

Dott. DI TOMASSI Mariastefania rel. Consigliere N. 2 -

Dott. CAVALLO Aldo Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. PIRACCINI Paola Consigliere N. 3629/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Le. Co. Gi. , nato (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa in data 14.10.2010 dal Tribunale di Reggio Calabria.

visti gli atti, il provvedimento denunziato, il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. M. Stefania Di Tomassi;

udito il Sostituto Procuratore generale Dott. Riello Luigi, che ha concluso …

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