Il pubblico ufficiale incaricato di autenticare le sottoscrizioni di elettori per la presentazione di liste elettorali ha l'obbligo di accertare l'identità di ogni singolo sottoscrittore, non essendo sufficiente il mero controllo della presenza di un certo numero di persone presso i banchetti di raccolta delle firme. La condotta del pubblico ufficiale che attesti falsamente l'autenticità delle firme contenute nella presentazione della lista dei candidati integra il reato previsto dal D.P.R. n. 570 del 1960, art. 90, e non quello di falso ideologico di cui agli artt. 476 e 479 c.p. La concessione delle attenuanti generiche richiede l'accertamento di situazioni idonee a giustificare un trattamento di speciale benevolenza in favore dell'imputato, non potendo essere intese come oggetto di mera discrezionalità del giudice. La pena deve essere commisurata alla gravità della condotta dolosa del pubblico ufficiale, il quale con il suo comportamento ha contribuito a ingenerare nel pubblico l'apparenza di una raccolta di firme su temi sensibili, anziché il doveroso adempimento di un atto elettorale. I reati in materia elettorale sono soggetti al termine di prescrizione ordinario previsto dal codice penale, la prescrizione più breve riguardando solo l'azione popolare.