Il requisito della buona condotta, necessario per il rilascio della licenza di guardia particolare giurata, deve essere valutato dall'Autorità amministrativa in modo rigoroso e approfondito, tenendo conto della delicatezza dell'attività autorizzata e della necessità di garantire l'ordine e la sicurezza pubblica. La frequentazione abituale e confidenziale con soggetti gravati da gravi precedenti penali, anche se non penalmente rilevante, può essere considerata indice di una contiguità con ambienti criminali incompatibile con l'affidabilità richiesta per lo svolgimento di tale funzione, in quanto potenzialmente idonea a compromettere l'esercizio imparziale e corretto dei compiti di vigilanza e di ausilio alle Forze dell'Ordine. L'Amministrazione, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può pertanto legittimamente negare il rilascio della licenza di guardia particolare giurata sulla base di una valutazione complessiva della personalità del richiedente, desunta anche dalle sue frequentazioni, purché tale valutazione sia sorretta da un'adeguata istruttoria e da una congrua motivazione, che dia conto delle specifiche circostanze di fatto rilevanti ai fini del giudizio di pericolosità o di inaffidabilità. Il requisito della buona condotta, infatti, non può essere inteso in senso meramente formale, ma deve essere valutato in relazione alla concreta idoneità del soggetto a svolgere le funzioni di guardia giurata in modo imparziale e nel rispetto della legalità, essendo tale attività finalizzata alla tutela di interessi pubblici di primaria importanza, quali la sicurezza e l'ordine pubblico.