Il Consiglio di Stato, nell'esercizio del potere di riesame di legittimità previsto dall'art. 82 del d.P.R. n. 616/1977 e successive modificazioni, può annullare l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune, qualora la stessa non contenga una adeguata motivazione in ordine alla compatibilità del manufatto realizzato, in assenza dei prescritti titoli abilitativi, con il contesto paesaggistico-ambientale tutelato dai vincoli apposti sull'area. L'obbligo di motivazione, ai sensi dell'art. 3 della legge n. 241/1990, sussiste anche nei casi in cui l'amministrazione pervenga ad una valutazione positiva dopo aver annullato in via di autotutela un precedente parere negativo. Pertanto, il mancato rispetto di tale obbligo, non incidendo sul contenuto sostanziale del provvedimento, non determina l'annullamento dell'atto impugnato in applicazione del principio di dequotazione dei vizi formali del procedimento amministrativo, di cui all'art. 21-septies della legge n. 241/1990, introdotto dalla legge n. 15/2005.