Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39225 del 23 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39225PEN

Massima

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Il rifiuto di collaborare con gli agenti di polizia nell'esecuzione di una perquisizione legittima, accompagnato da atteggiamenti ostruzionistici, minacce e violenze, integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale, anche in assenza di una espressa intenzione di impedire l'attività degli agenti, essendo sufficiente la consapevolezza e volontà di ostacolare l'esercizio delle loro funzioni. La legittimità della perquisizione non viene meno per il solo fatto che gli agenti abbiano dovuto superare un muro di recinzione per accedere all'abitazione, qualora tale accesso sia stato reso necessario dal rifiuto degli occupanti di aprire il cancello, in quanto tale condotta ostruzionistica rende giustificato l'intervento degli agenti. La motivazione della sentenza, che ricostruisce in modo logico e coerente il fatto sulla base delle dichiarazioni testimoniali convergenti, non può essere censurata in sede di legittimità per meri profili di contraddittorietà o illogicità, in assenza di un effettivo travisamento del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Frances - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3414/2011 CORTE APPELLO di CATANIA, del 14/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VIOLA ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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