Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18178 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18178PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, abusa del proprio potere per perseguire finalità diverse da quelle istituzionali, arrecando ingiusto danno a terzi o procurando a sé o ad altri un ingiusto vantaggio, commette il reato di abuso di ufficio. Tale condotta è configurabile anche quando l'azione del pubblico ufficiale, pur formalmente diretta all'adempimento di un dovere d'ufficio, sia in realtà motivata dall'intento di realizzare un interesse personale o di un terzo, in spregio dei doveri di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione. Il dolo del reato di abuso di ufficio è integrato non solo quando l'agente agisca con il preciso scopo di conseguire un ingiusto vantaggio o di arrecare un ingiusto danno, ma anche quando la finalità pubblica rappresenti una mera occasione per la condotta illecita, essendo questa invece finalizzata al perseguimento di interessi privati. Pertanto, il pubblico ufficiale che, chiamato a intervenire per ragioni di servizio, approfitta della situazione per compiere atti arbitrari e sproporzionati, animato da finalità personali e non istituzionali, come l'esigenza di tutelare un proprio familiare o di affermare la propria autorità, integra gli estremi del reato di abuso di ufficio, il quale concorre con altri reati, come la minaccia e le percosse, senza che possa trovare applicazione il principio di specialità o di assorbimento, in quanto tali condotte offendono beni giuridici distinti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24 marzo 2015 della Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCALIA Laura;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PINELLI Mario Maria Stefano, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso o in subordine per il rigetto;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che insiste nell'accoglime…

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