La clausola compromissoria contenuta nello statuto societario che non preveda la nomina degli arbitri da parte di un soggetto estraneo alla società è nulla, in quanto in contrasto con il disposto dell'art. 34 del d.lgs. n. 5 del 2003, il quale stabilisce che la clausola compromissoria per l'arbitrato societario deve conferire, a pena di nullità, il potere di nomina di tutti gli arbitri a soggetto estraneo alla società. Ove il soggetto designato non provveda, la nomina è richiesta al presidente del tribunale del luogo in cui la società ha la sede legale. La nullità della clausola compromissoria per mancato rispetto di tale requisito prescinde dal tipo di arbitrato previsto (arbitro unico o collegio arbitrale) e non può essere sanata dalla previsione di una diversa modalità di nomina degli arbitri, come il deferimento della nomina del terzo arbitro, in caso di disaccordo tra i soci, al presidente del tribunale. L'eccezione di prescrizione, sollevata in relazione all'azione di responsabilità del socio verso l'amministratore ai sensi dell'art. 2476 c.c., è infondata qualora tale azione sia stata già respinta con sentenza passata in giudicato, indipendentemente dalla qualificazione del credito come diritto di ripetizione di indebito o come inadempimento degli obblighi discendenti dal contratto sociale.