Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35282 del 23 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:35282PEN

Massima

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Il delitto di corruzione propria si configura quando il pubblico ufficiale, nell'esercizio delle sue funzioni, accetta la promessa o la dazione di un'utilità per compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, anche se l'atto rientra nella sua sfera di competenza. Tuttavia, perché sussista il requisito della contrarietà ai doveri d'ufficio, è necessario che il pubblico ufficiale abbia esercitato i poteri connessi alla sua funzione istituzionale per incidere direttamente sull'atto oggetto del mercimonio. Qualora emerga solo una forma di ingerenza "mediata", senza che l'atto rientri nella sfera di competenza o di influenza dell'ufficio di appartenenza del soggetto ritenuto corrotto, il delitto di corruzione propria non può ritenersi integrato. In tali ipotesi, la condotta del pubblico ufficiale potrebbe eventualmente configurare il meno grave delitto di istigazione alla corruzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetan - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola;
nei confronti di:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 16/02/2021 del Tribunale di Catanzaro;
esaminati gli atti e letti il ricorso e la ordinanza impugnata;
udita la relazione del Consigliere, Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata;
lett…

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