Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria nell'immediatezza dei fatti, prima che gli fossero attribuiti elementi idonei a configurarlo come persona sottoposta a indagini, sono pienamente utilizzabili ai fini cautelari, non essendo necessario per la loro assunzione il previo invito alla nomina del difensore o l'avvertimento circa la facoltà di non rispondere. Tali dichiarazioni spontanee, pur se sollecitate dalla polizia, non sono assimilabili all'interrogatorio in senso tecnico e, pertanto, non trovano applicazione le disposizioni di cui agli artt. 63, comma 1, e 64 c.p.p. La valutazione degli elementi istruttori utilizzati dal tribunale del riesame ai fini della sussistenza del grave quadro indiziario a carico dell'indagato deve essere effettuata nella prospettiva della probabilità di fondatezza dell'ipotesi criminosa prospettata in sede di accusa, senza che sia necessario il riscontro di una piena certezza probatoria. Pertanto, il tribunale del riesame ha correttamente ritenuto utilizzabili le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato, attribuendo loro una coerente e grave valenza indiziaria ai fini della conferma della misura cautelare.