Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52560 del 18 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:52560PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra il reato associativo e i reati-fine è configurabile solo quando questi ultimi siano stati programmati al momento dell'inserimento nell'associazione o dell'adesione ad essa, non essendo sufficiente il mero perdurare dell'appartenenza all'organizzazione criminale. Pertanto, la distanza temporale significativa tra l'ingresso nell'associazione mafiosa e la commissione del reato-fine esclude la sussistenza del vincolo della continuazione, in quanto non è ravvisabile un'unitaria deliberazione criminosa preordinata sin dall'origine. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la richiesta di applicazione della disciplina della continuazione, deve quindi accertare l'effettiva programmazione dei reati-fine al momento dell'inserimento nell'associazione, non essendo sufficiente il mero perdurare dell'appartenenza al sodalizio criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 554/2013 GIP TRIBUNALE di NAPOLI, del 26/06/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LOCATELLI GIUSEPPE;

lette le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 26.6.2013 il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Napoli,in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava la richiesta …

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