Cassazione penale Sez. III sentenza n. 12439 del 30 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12439PEN

Massima

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Il contributo collaborativo dell'imputato per l'applicazione dell'attenuante di cui all'art. 73, comma 7, del D.P.R. n. 309/1990 deve avere carattere di particolare efficacia e concreta utilità per neutralizzare l'attività criminosa, non essendo sufficiente la mera informazione o il rafforzamento del quadro probatorio, dovendo il contributo raggiungere risultati concreti quali l'interruzione della catena delittuosa o il colpire il sistema patrimoniale provento e strumento del crimine. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza di tale attenuante, deve verificare se il contributo collaborativo, nei limiti della posizione e delle conoscenze dell'imputato, abbia effettivamente sortito effetti pratici e non si sia limitato a confermare circostanze già note agli inquirenti o di marginale rilevanza, essendo tale valutazione incensurabile in sede di legittimità se sorretta da congrua e logica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LUPO Ernesto - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. SQUASSONI Claudia - rel. Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TR. EM. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 214/2008 CORTE APPELLO SEZ.DIST. di BOLZANO, del 07/05/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SQUASSONI Claudia;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FRATICELLI Mario che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. ((omissis)).

MOTIVI DELLA DECISIONE

In parziale riforma della …

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