Consiglio di Stato sentenza n. 3519 del 2022

ECLI:IT:CDS:2022:3519SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive costituisce un atto vincolato per l'amministrazione, la cui adozione non richiede una specifica valutazione dell'interesse pubblico né una comparazione con gli interessi privati coinvolti, non essendo ammissibile alcun affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di fatto illegittima. Pertanto, l'amministrazione non è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento prima di emettere l'ordine di demolizione, in quanto tale adempimento non è necessario per l'esercizio di un potere vincolato finalizzato al ripristino della legalità urbanistica. Il principio di diritto affermato dalla giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato è che l'ordine di demolizione di opere abusive non necessita di una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione, in quanto la sanzione ripristinatoria rappresenta un atto dovuto e vincolato per l'amministrazione, a tutela dell'interesse pubblico alla legalità urbanistica, senza che possano essere invocati interessi privati meritevoli di tutela in ragione della natura abusiva delle opere realizzate. Tale principio si applica indipendentemente dal tempo trascorso dalla realizzazione delle opere abusive, non essendo rilevante ai fini dell'esercizio del potere di demolizione il mero decorso del tempo, atteso che l'interesse pubblico alla legalità urbanistica permane nel tempo e non può essere superato dalla mera tolleranza o inerzia dell'amministrazione. Pertanto, l'ordine di demolizione di opere edilizie abusive è un atto vincolato e non discrezionale, che l'amministrazione è tenuta ad adottare per ripristinare la legalità violata, senza che sia necessaria una specifica valutazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, né una preventiva comunicazione di avvio del procedimento, in quanto tali adempimenti non sono richiesti per l'esercizio di un potere vincolato finalizzato alla tutela dell'interesse pubblico alla corretta pianificazione urbanistica.

Sentenza completa

Pubblicato il 05/05/2022

N. 03519/2022REG.PROV.COLL.

N. 05536/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5536 del 2016, proposto da
Roberta Ambrosio, rappresentata e difesa dall'avvocato Marcello Fabbrocini, con domicilio eletto presso lo studio Elisabetta Anagni in Roma, via G. Belloni 78;

contro

Comune di Terzigno, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Raffaella Veniero, con domicilio eletto presso lo studio Luigi Napolitano in Roma, via Girolamo Da Carpi n. 6;

per la riforma

della sentenza breve del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania (Sezione Terza) n. 05678/2015, resa tra le parti, concernente demolizione opere edilizie abu…

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