Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18766 del 2 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:18766PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, la nozione di "gravi indizi di colpevolezza" di cui all'art. 273 c.p.p. non si atteggia allo stesso modo del termine "indizi" inteso quale elemento di prova idoneo a fondare un motivato giudizio finale di colpevolezza. Pertanto, per l'adozione di una misura cautelare, è sufficiente qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato in ordine ai reati contestati, senza che gli indizi debbano essere valutati secondo i medesimi criteri richiesti per il giudizio di merito dall'art. 192, comma 2, c.p.p., che richiede una particolare qualificazione degli indizi (non solo gravi, ma anche precisi e concordanti). La scelta e la valutazione delle fonti di prova rientrano tra i compiti istituzionali del giudice di merito e sfuggono al controllo del giudice di legittimità, se adeguatamente motivate e immuni da errori logico-giuridici. Il ricorso per cassazione che deduca l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e, pertanto, l'assenza delle esigenze cautelari, è ammissibile soltanto se denuncia la violazione di specifiche norme di legge, ovvero la manifesta illogicità della motivazione del provvedimento, secondo i canoni della logica e i principi di diritto, ma non anche quando propone e sviluppa censure che riguardano la ricostruzione dei fatti, ovvero che si risolvono in una diversa valutazione delle circostanze esaminate dal giudice di merito. Inoltre, il giudice di merito non è tenuto a compiere un'analisi approfondita di tutte le deduzioni delle parti e a prendere in esame dettagliatamente tutte le risultanze processuali, essendo sufficiente che, anche attraverso una valutazione globale di quelle deduzioni e risultanze, spieghi, in modo logico ed adeguato, le ragioni del proprio convincimento, dimostrando che ogni fatto decisivo è stato tenuto presente, sì da potersi considerare implicitamente disattese le deduzioni difensive che, anche se non espressamente confutate, siano logicamente incompatibili con la decisione adottata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/12/2017 del TRIB. LIBERTA' di SALERNO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere FABIO DI PISA;
sentite le conclusioni del PG FULVIO BALDI il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore dell'indagata il quale ha concluso riportandosi ai motivi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con provvedimento in data 21/12/2017 il Tribunale di Salerno confermava l'ordinanza del 24/10/2017 con la quale …

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