Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19121 del 3 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19121PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta dell'agente, caratterizzata da minacce o violenza, induce la vittima a consegnare una somma di denaro o altra utilità per evitare un pregiudizio maggiore prospettatogli, a prescindere dalla effettiva entità della somma richiesta e dalla circostanza che la vittima abbia o meno consegnato l'intera somma pretesa. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva che la vittima abbia successivamente tentato di addolcire l'agente con un invito a pranzo, trattandosi di un mero tentativo di indurlo a più miti consigli. Inoltre, il reato di estorsione è distinto e autonomo rispetto al meno grave delitto di "ragion fattasi", il quale richiede che la pretesa arbitrariamente attuata dall'agente corrisponda perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 354/2010 CORTE APPELLO di POTENZA, del 24/11/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/01/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MIRELLA CERVADORO;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dott. RIELLO Luigi, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile;

Udito il difensore avv. (OMISSIS), che…

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