Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23273 del 3 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23273PEN

Massima

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Il contenuto delle intercettazioni telefoniche, anche in assenza di riscontri esterni, può costituire fonte diretta di prova della colpevolezza dell'imputato, purché gli indizi siano gravi, precisi e concordanti. Il ruolo apicale dell'indagato all'interno dell'associazione mafiosa può essere desunto dalla pluralità di risultanze probatorie, come i contatti con altri esponenti di vertice della "Cosa Nostra" e la programmazione di attività estorsive, che rivelano il suo attivo coinvolgimento nelle attività illecite dell'organizzazione. Nei reati associativi di cui all'art. 416-bis c.p., opera una presunzione relativa di pericolosità sociale dell'indagato, che inverte l'onere della prova, sicché il giudice non ha l'obbligo di dimostrare positivamente la sussistenza dei pericula libertatis, ma solo di valutare le eventuali ragioni di esclusione della presunzione, come l'assenza di concreti elementi che facciano ritenere persistente la propensione dell'indagato a delinquere nonostante il decorso del tempo dalla commissione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia A - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. ad (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/12/2015 del Tribunale di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona dell'Avvocato generale Dott. ROSSI Agnello, che ha concluso chiedendo dichiarare l'inammissibilita' del ricorso;
udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che h…

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