Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile da commerciale a residenziale, ai fini della sanatoria edilizia di cui al d.l. n. 269/2003, è subordinato alla prova dell'ultimazione delle relative opere entro il 31 marzo 2003, onere che grava sull'istante. In mancanza di tale prova, l'Amministrazione è legittimata a negare il condono, anche in presenza di accertamenti che dimostrino la mancata realizzazione degli interventi edilizi entro il termine perentorio previsto dalla legge. Il principio di vicinanza della prova impone all'interessato di fornire inconfutabili elementi probatori circa la data di ultimazione delle opere abusive, non essendo sufficiente la mera allegazione di una dichiarazione sostitutiva. Inoltre, ai fini della sanatoria, è necessario che siano state realizzate le opere indispensabili a rendere effettivamente possibile il mutamento di destinazione d'uso, ossia quelle opere che qualifichino in modo inequivoco la nuova e diversa destinazione, non essendo sufficiente il mero completamento funzionale dell'opera. In difetto di tali presupposti, l'Amministrazione è tenuta a negare il condono edilizio e ad irrogare la sanzione demolitoria.