Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16088 del 30 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:16088PEN

Massima

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La competenza territoriale per l'applicazione di misure di prevenzione personali si radica nel luogo in cui, al momento della decisione, la pericolosità sociale del soggetto proposto si manifesta in modo più rilevante e significativo, anche in presenza di condotte tenute in luoghi diversi, purché siano di maggiore spessore e rilevanza. Il giudice della prevenzione, nel valutare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura, può utilizzare gli elementi di fatto accertati nell'ambito di un giudizio penale, anche discostandosi dall'esito di tale giudizio, ma deve sempre dimostrare la rilevanza dimostrativa di tali dati al fine di iscrivere il soggetto proposto in una delle categorie criminologiche previste dalla legge, dovendo la prognosi di pericolosità poggiare su presupposti di fatto previsti dalla legge e passibili di accertamento giudiziale. In particolare, la categoria di pericolosità di cui all'art. 1, comma 1, lett. c) del d.lgs. n. 159 del 2011 comprende non solo i reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica e morale dei minori, ma anche quelli che offendono o mettono in pericolo la sicurezza o la tranquillità pubblica, come nel caso di plurimi reati di minaccia aggravata, ingiuria, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, estorsione e procurato allarme presso l'autorità. La valutazione della sussistenza delle condizioni per l'applicazione della misura di prevenzione personale, fondata sull'elevato numero di condanne riportate, di denunce a carico e di provvedimenti inibitori risultati inutili, che comprovano l'abitualità di comportamenti intimidatori e aggressivi, rientra nell'ambito del controllo di legittimità riservato alla Corte di cassazione, non integrando vizi di violazione di legge o di assoluta mancanza o apparenza della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 13/04/2015 della Corte di appello di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Izzo Gioacchno, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso con le ulteriori statuizioni di legge.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Firenze…

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