Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26216 del 14 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:26216PEN

Massima

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Il comportamento illegale o l'attribuzione di infrazioni legali, rese nel contesto di un carteggio tra le parti in cui si evidenziano inadempimenti reciproci nell'ambito di un rapporto contrattuale, non integra il reato di diffamazione, in quanto l'utilizzo di tali espressioni, pur potendo apparire improprie o non tecnicamente corrette, non costituisce un attacco ad hominem, ma si inserisce legittimamente nella serie di reciproche contestazioni circa il corretto svolgimento dell'attività professionale. La nozione di reputazione, infatti, comprende anche il profilo connesso all'attività economica svolta e alla considerazione che essa ottiene nel gruppo sociale, sicché la condotta lesiva può attenere anche al buon nome commerciale del soggetto giuridico. Tuttavia, perché la critica sia ritenuta continente, è necessario che essa sia funzionale all'economia delle espressioni adoperate e rispecchi la gravità oggettiva della situazione verificatasi, senza travalicarne i limiti con attacchi alla persona.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SABEONE Gerar - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3/2009 TRIBUNALE di ROMA, del 02/03/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha concluso per l'annullamento senza rinvio agli effetti penali. Rigetto ai fini civili;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATT…

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