Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12131 del 18 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:12131PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, accetta la promessa o la dazione di un'utilità da parte di un privato, al fine di compiere o aver compiuto atti contrari ai doveri d'ufficio, realizza il delitto di corruzione propria, anche qualora l'atto non sia in contrasto con specifiche norme giuridiche o istruzioni di servizio, ma violi comunque i doveri di fedeltà, imparzialità e onestà che debbono osservarsi da chiunque eserciti una pubblica funzione. L'elemento soggettivo del reato di corruzione propria sussiste quando il pubblico ufficiale è consapevole di partecipare ad un'operazione non conforme alla legge, in violazione dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, al fine di conseguire un vantaggio personale o per altri soggetti a lui collegati. Il giudice non può disattendere tale orientamento giurisprudenziale consolidato, se non mediante adeguata e logica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario S - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di PALERMO;

nei confronti di:

1) LA. AN. N. IL (OMESSO);

2) BO. SA. , N. IL (OMESSO);

3) GA. AN. , N. IL (OMESSO);

4) SC. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/05/2006 CORTE APPELLO di PALERMO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARTELLA Ilario S.;

Udito il P.M., in persona del S.PG Dott. IACOV…

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