Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31812 del 18 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:31812PEN

Massima

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Il contenuto offensivo di un'espressione utilizzata in un contesto conflittuale deve essere valutato in base a un criterio di "medietà convenzionale", tenendo conto della personalità delle parti coinvolte e delle circostanze in cui le parole sono state pronunciate, senza dare rilievo determinante alla sola sensibilità soggettiva della persona offesa. Ai fini della configurabilità del reato di ingiuria, occorre accertare l'oggettiva idoneità della frase a ledere l'onore e il decoro della persona, prescindendo dalle intenzioni inespresse dell'offensore e dalle reazioni puramente emotive dell'offeso. La rilevanza penale di un'espressione polemica, seppur scortese, pronunciata nel corso di un procedimento giudiziario tra soggetti legati da rapporti familiari, deve essere esclusa quando non manifesti un'intrinseca carica di disprezzo e dileggio tale da risultare inaccettabile in qualsiasi contesto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. BEVERE Anton - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 45/2012 TRIBUNALE di MESSINA, del 24/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BEVERE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 24.1.2013, il tribunale di Messina ha confermato la sentenza 10.1.2012 del…

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