Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 19879 del 2023

ECLI:IT:TARLAZ:2023:19879SENT

Massima

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Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria giurisdizione, ha affermato che: 1. L'adibizione ad uso pubblico di una strada è desumibile quando il tratto viario, per le sue caratteristiche, assuma un'esplicita finalità di collegamento, essendo destinato al transito di un numero indifferenziato di persone, oppure quando vi sia stato l'asservimento del bene da parte del proprietario all'uso pubblico di una comunità (c.d. "dicatio ad patriam"). In tali casi, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo. 2. Il ricorso di cui all'art. 37 del Codice della Strada costituisce un ricorso gerarchico improprio, in quanto il rapporto tra il Ministero dei Trasporti e il Comune, quale soggetto proprietario della strada, non può essere considerato un rapporto di gerarchia amministrativa vera e propria. Pertanto, in sede giurisdizionale è possibile vagliare direttamente la legittimità degli atti previamente impugnati in sede di ricorso gerarchico. 3. L'allocazione della segnaletica stradale mira a tutelare l'interesse pubblico alla sicurezza della circolazione veicolare e si concreta in scelte di merito riservate all'Amministrazione competente, senza che sia necessaria la concertazione o la valutazione delle esigenze dei soggetti privati proprietari della strada. 4. Le ordinarie misure di regolazione, disciplina e controllo della circolazione stradale, di cui agli artt. 6 e 7 del Codice della Strada, sono rimesse, di norma, alla competenza della dirigenza amministrativa, salvo che per quelle di maggiore impatto sull'intera collettività locale, per le quali la legge prevede l'intervento di un organo politico. 5. L'obbligo di comunicazione dell'avvio del procedimento non trova applicazione nel caso degli atti amministrativi generali, come quelli adottati ai sensi degli artt. 6 e 7 del Codice della Strada per disciplinare la circolazione stradale. 6. L'Amministrazione può legittimamente disporre la rimozione di dossi artificiali di rallentamento della velocità e la loro sostituzione con altri sistemi di rallentamento, qualora la strada non rientri tra quelle per le quali è consentita l'installazione di tali manufatti ai sensi dell'art. 179, comma 5, del Regolamento di attuazione del Codice della Strada. 7. La scelta dell'Amministrazione di adottare misure alternative di rallentamento della velocità, quali bande trasversali ad effetto ottico, unitamente al mantenimento di un limite di velocità ridotto e al divieto di transito per veicoli di massa superiore a 3,5 tonnellate, rientra nell'esercizio della discrezionalità tecnica dell'Ente e non è sindacabile in sede giurisdizionale, salvo manifesta illogicità o irragionevolezza. 8. L'interesse pubblico alla sicurezza della circolazione stradale è prevalente rispetto agli interessi di soggetti privati, i quali non hanno dimostrato in modo adeguato la riduzione complessiva della sicurezza derivante dalle misure adottate dall'Amministrazione.

Sentenza completa

Pubblicato il 28/12/2023

N. 19879/2023 REG.PROV.COLL.

N. 04620/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza Stralcio)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 4620 del 2019, proposto da
C.E.P.L.A.C. Società Cooperativa Edilizia personale Linee Aeree Civili A.R.L., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dagli avvocati Angelo Lalli, Alessandro Pratico', con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio Angelo Lalli in Roma, via G. Mercalli 13;

contro

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;
Mini…

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