Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50342 del 2 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:50342PEN

Massima

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La provocazione, quale circostanza attenuante del reato, richiede la prova dell'esistenza di uno stato di ira perdurante in ragione di un fatto che giustifichi l'esplosione, in occasione di un ultimo episodio anche apparentemente minore, della carica di dolore o sofferenza sedimentata nel tempo. Tuttavia, la sproporzione macroscopica tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso esclude l'applicazione dell'attenuante, in quanto tradisce sentimenti e stati psicologici diversi dallo stato d'ira, come la freddezza e l'assenza di un improvviso impulso. Inoltre, il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione impone che, a fronte dell'affermazione di inammissibilità di un motivo di appello per genericità, la censura debba consistere nella integrale trascrizione del motivo stesso, al fine di consentire alla Corte di legittimità di valutarne la decisività; in difetto di tale trascrizione, la Corte non può entrare nel merito della doglianza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12177/2009 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 29/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/09/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GERARDO SABEONE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello…

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