L'Amministrazione pubblica ha l'obbligo di concludere il procedimento amministrativo mediante l'adozione di un provvedimento espresso, anche nei casi in cui l'istanza del privato sia manifestamente inaccoglibile per irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della domanda. Tale obbligo sussiste in virtù dei principi di buon andamento, giustizia ed equità, che impongono all'Amministrazione di pronunciarsi in modo motivato sull'istanza, al fine di soddisfare la legittima aspettativa del privato di conoscere le ragioni delle determinazioni adottate. Il mancato esercizio di tale obbligo da parte dell'Amministrazione configura un comportamento illegittimo, che legittima il privato a proporre ricorso giurisdizionale per l'accertamento dell'inadempimento e l'adozione del provvedimento dovuto, entro un termine perentorio. Ciò vale anche per le istanze di accesso alle misure di accoglienza presentate dai richiedenti protezione internazionale, per le quali non trova applicazione il termine di 180 giorni previsto per i procedimenti in materia di immigrazione, attesa la necessità di assicurare la tempestiva erogazione di tali misure per tutto il periodo in cui si svolge il procedimento di esame della domanda di protezione internazionale.