Il Comune, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può legittimamente adottare misure limitative degli orari di apertura delle sale da gioco e degli esercizi in cui sono installati apparecchi per il gioco lecito con vincita in denaro, al fine di prevenire, contrastare e ridurre il fenomeno del gioco d'azzardo patologico, in quanto tale fenomeno costituisce un fatto notorio di comune esperienza e rappresenta una vera e propria emergenza sociale, con conseguenze pregiudizievoli sulla vita personale e familiare dei cittadini nonché a carico del servizio sanitario e dei servizi sociali. La limitazione degli orari di apertura, che consente un'apertura giornaliera pari a otto ore, realizza un ragionevole contemperamento tra gli interessi economici degli imprenditori del settore e l'interesse pubblico alla prevenzione e al contrasto della ludopatia, essendo proporzionata rispetto agli obiettivi perseguiti e non determinando una violazione della libertà di iniziativa economica, la quale non è assoluta e può essere limitata per esigenze di tutela della salute pubblica e dell'utilità sociale. La mancata adozione di misure volte a contrastare il gioco d'azzardo illegale, esercitato clandestinamente al di fuori dei circuiti autorizzati dallo Stato, non determina l'illegittimità dell'atto, in quanto il contrasto al gioco d'azzardo illegale pone problemi di ordine pubblico, più che di tutela della salute, ed è demandata alle Forze dell'Ordine. Inoltre, l'ordinanza comunale non viola la normativa nazionale in tema di liberalizzazione delle attività economiche e degli orari dei pubblici esercizi, né la legislazione regionale in materia di contrasto al gioco d'azzardo patologico, in quanto tali discipline consentono alle autorità pubbliche di porre limiti e restrizioni all'attività economica per evitare danni alla salute, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana e possibili contrasti con l'utilità sociale. Infine, la conclusione dell'intesa raggiunta dalla Conferenza Unificata tra Governo Italiano, Regioni ed Enti Locali in data 7 settembre 2017, recante una "Proposta di riordino dell'offerta del gioco lecito" e prevedente un orario di apertura minimo di 10-12 ore giornaliere, non può determinare l'illegittimità dell'ordinanza impugnata, in quanto tale intesa è priva di valore cogente in assenza del necessario recepimento con decreto ministeriale.