Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28542 del 20 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:28542PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in pejus impedisce al giudice di secondo grado di riformare in peius, ossia in modo più sfavorevole per l'imputato, la sentenza di primo grado, quando questa sia stata impugnata solo dalla parte soccombente. Pertanto, qualora il giudice di primo grado abbia assolto l'imputato da una determinata imputazione, tale pronuncia non può essere riformata in appello in senso sfavorevole all'imputato, anche laddove il reato sia stato successivamente depenalizzato. Analogamente, la declaratoria di estinzione per prescrizione di un reato, non contestata dalla parte soccombente in primo grado, non può essere modificata in appello in senso peggiorativo per l'imputato. Infine, l'assoluzione dell'imputato da tutte le imputazioni contestategli esclude la sua condanna al risarcimento dei danni e al pagamento delle spese in favore delle parti civili, anche qualora il reato sia stato depenalizzato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/11/2016 del TRIBUNALE di BARCELLONA POZZO DI GOTTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata nei confronti del (OMISSIS) in ordine al reato di minaccia…

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