Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43473 del 8 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:43473PEN

Massima

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Il giudice, nell'ambito del giudizio di cognizione, può legittimamente applicare la pena concordata ex art. 444 c.p.p. anche per reati diversi da quelli indicati nell'imputazione, purché l'imputato ne abbia richiesto il giudizio e la pena sia stata concordata con l'assistenza del difensore, anche se tali reati non siano stati correttamente riportati nell'epigrafe della sentenza. Tale mancanza non integra alcuna ipotesi di nullità, in considerazione della chiarezza della motivazione e degli atti processuali, e può essere sanata mediante la correzione dell'errore materiale da parte del giudice a quo. Inoltre, l'eventuale successiva accertata infermità mentale dell'imputato, non rilevata al momento del giudizio di cognizione, non può invalidare la sentenza di applicazione della pena concordata, potendo eventualmente dar luogo alla procedura di revisione ai sensi degli artt. 629 e 630 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CARCANO Domenic - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 532/2011 TRIBUNALE di TREVISO, del 07/07/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. RUSSO ((omissis)) per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) impugna la sentenza in epigrafe indicata con la quale il tribunale le ha applicato la pena richiesta e concordata ex articol…

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