L'erronea attribuzione del punteggio in una graduatoria di concorso pubblico, riconosciuta dall'amministrazione, comporta l'obbligo di procedere ad una nuova valutazione ai fini del corretto inserimento del candidato nella graduatoria stessa. L'annullamento degli atti impugnati e il conseguente obbligo di ricalcolo del punteggio rappresentano il rimedio giurisdizionale volto a ripristinare la legittimità del procedimento concorsuale, tutelando il diritto del candidato a una valutazione imparziale e corretta delle proprie qualifiche e titoli. Il giudice amministrativo, accertata l'illegittimità dell'operato dell'amministrazione, è tenuto ad ordinare il riesame della posizione del ricorrente, senza poter sostituirsi all'autorità competente nella rideterminazione del punteggio, in ossequio al principio di separazione dei poteri e al rispetto dell'autonomia della pubblica amministrazione nell'esercizio della discrezionalità tecnica. La sentenza, pertanto, si fonda sul principio di legalità dell'azione amministrativa, sulla tutela del legittimo affidamento del candidato e sulla necessità di assicurare il corretto svolgimento delle procedure concorsuali, quali espressione dei canoni di buon andamento e imparzialità sanciti dall'art. 97 della Costituzione.