Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33859 del 19 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33859PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di assoluzione per incapacità di intendere e di volere dell'imputato e l'applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata, afferma che la pericolosità sociale del soggetto permane nonostante il recente comportamento controllato, in quanto i gravi aspetti psicopatologici del suo funzionamento mentale, quali i sintomi che hanno alterato il rapporto tra l'individuo e l'ambiente circostante determinando i comportamenti penalmente rilevanti, non sono stati rimossi strutturalmente. Pertanto, il pericolo di commissione di nuovi reati è tuttora sussistente e può essere tenuto sotto controllo solo attraverso un adeguato seguito dei servizi psichiatrici, essendovi il rischio di recidiva qualora l'imputato decidesse di interrompere le cure. La valutazione della persistente pericolosità sociale, ai fini della prognosi in ordine al pericolo di commissione di futuri reati, deve pertanto fondarsi sull'analisi approfondita dei parametri di cui all'art. 133 c.p., senza limitarsi ad un esame astratto dei problemi psichiatrici dell'imputato. Inoltre, la Corte di Cassazione, nel confermare la condanna per il delitto di atti persecutori, afferma che la reiterazione della condotta persecutoria, anche se concentrata in un breve arco temporale, è sufficiente a integrare il reato, a condizione che si tratti di atti autonomi e che tale reiterazione sia la causa effettiva di uno degli eventi considerati dalla norma incriminatrice. Infine, la prova dello stato di ansia o del timore per la propria incolumità della persona offesa può essere desunta dalle sue dichiarazioni, purché ne sia valutata l'attendibilità, nonché dalla condotta oggettivamente rilevabile della stessa, come la presentazione di querela.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/11/2016 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA FIDANZIA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SALZANO FRANCESCO che ha concluso per il rigetto.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa in data 25 novembre 2016 la Corte d'Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado con cui (O…

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