Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34343 del 6 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:34343PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, forma un atto attestante falsamente di aver svolto un orario lavorativo mai effettivamente espletato, al fine di procurarsi un ingiusto profitto a danno dell'amministrazione di appartenenza, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, essendo irrilevante che la condotta sia stata posta in essere con mera leggerezza o superficialità, in quanto il dolo generico richiesto dalla fattispecie è integrato dalla consapevolezza e volontà di redigere un atto pubblico contenente dichiarazioni non rispondenti al vero. Tale condotta, se realizzata in concorso con altri pubblici ufficiali e finalizzata all'indebita percezione di somme di denaro, integra altresì il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi dei reati contestati, è tenuto a fornire una motivazione adeguata, congrua e logica, che dia conto dell'iter logico-giuridico seguito per pervenire alla decisione, senza che il mero richiamo alle deduzioni difensive possa ritenersi sufficiente a integrare il requisito della specifica e puntuale confutazione delle argomentazioni poste a fondamento dell'impugnazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. MICCOLI G. - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4782/2009 CORTE APPELLO di MILANO, del 10/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. FIMIAMI Pasquale, ha concluso chiedendo il rigetto.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 10 marzo 2014 la Corte di Appello di Milano ha confermato la pron…

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