Il reato di diffamazione a mezzo stampa può configurarsi anche in assenza di esplicite indicazioni nominative, quando i soggetti verso cui le espressioni ritenute diffamanti sono state rivolte siano individuabili tramite riferimenti alle attività lavorative svolte. Ciò in quanto, in un ambito territoriale ristretto e in relazione a un pubblico di lettori circoscritto all'ambito giudiziario, ma sufficientemente informato, l'identificazione della persona offesa può avvenire agevolmente sulla base di elementi fattuali come il foro di appartenenza, il luogo di esercizio della professione e le iniziali del nome. La diffusione del contenuto diffamatorio attraverso la rete internet può inoltre allargare la platea dei potenziali lettori in grado di individuare il soggetto leso, aumentandone il lamentato effetto lesivo dell'onorabilità. Il direttore di un periodico online, tuttavia, non è responsabile per il reato di omesso controllo ex art. 57 c.p., in quanto l'attività telematica non può essere assimilata a quella della stampa periodica, né il direttore può impedire la pubblicazione di contenuti diffamatori "postati" direttamente dall'utenza.