Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. sussiste quando un sodalizio criminale, anche di nuova formazione, presenta le caratteristiche tipiche delle organizzazioni mafiose, quali la forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, la condizione di assoggettamento e di omertà che ne consegue, l'esercizio del controllo del territorio e delle attività economiche, l'infiltrazione nell'economia legale, l'uso della violenza e della minaccia come strumenti di affermazione della propria egemonia. Tali elementi, anche in assenza di una pregressa accertata affiliazione mafiosa dei componenti, possono desumersi da un complesso di indizi gravi, precisi e concordanti, quali il coinvolgimento in fatti di sangue, le attività estorsive e di controllo del territorio, la capacità di condizionare la libera determinazione degli imprenditori e dei cittadini, l'assoggettamento della popolazione locale, l'esistenza di vincoli familiari e di comparaggio tra gli associati, la finalizzazione di attività illecite al sostentamento degli affiliati detenuti. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta non solo dal rituale di affiliazione, ma anche da una pluralità di elementi indiziari che dimostrino un'attivazione fattiva e concreta a favore della consorteria, come la ricezione di un "stipendio" in carcere, il controllo della sezione detentiva, la manifestazione di devozione al capo, la partecipazione a tentativi di evasione, la trasmissione di messaggi ad altri sodali, l'incarico di compiere atti di intimidazione o di eliminare avversari. Tali indici, valutati nel loro complesso, possono integrare il requisito della "partecipazione" richiesto dalla norma incriminatrice, anche in assenza di una prova diretta dell'inserimento organico e stabile nell'associazione. La presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. per il reato di associazione mafiosa può essere superata non solo dalla dimostrazione della definitiva interruzione dei rapporti con il sodalizio, ma anche dalla valutazione del fattore "tempo" trascorso dai fatti, in relazione alla gravità degli addebiti contestati e all'assenza di ulteriori manifestazioni di appartenenza al contesto delinquenziale.