Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22827 del 8 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:22827PEN

Massima

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La capacità di intendere e di volere dell'imputato, ai fini dell'imputabilità, deve essere valutata in concreto sulla base di una complessiva analisi della personalità e del comportamento tenuto prima, durante e dopo la commissione del reato, senza che sia necessaria una perizia psichiatrica ogni qualvolta vi siano elementi di disturbo mentale, a meno che questi non siano di tale gravità e intensità da escludere o grandemente scemare la capacità di intendere e di volere, con un nesso eziologico diretto con il reato commesso. L'aggravante della crudeltà sussiste quando l'agente infligge alla vittima sofferenze che esulano dal normale processo di causazione dell'evento, rivelando una particolare malvagità e insensibilità, mentre l'aggravante dei futili motivi ricorre quando la reazione sproporzionata dell'imputato non trova giustificazione in un fatto ingiusto posto in essere dalla vittima, ma è determinata da ragioni di scarso rilievo morale e sociale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RI. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 16/2009 CORTE ASSISE APPELLO di CATANZARO, del 16/02/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ADRIANA CARTA;

Udito il Procuratore Generale in persola del Dott. Iacoviello F. M. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito per la parte civile l'Avv. ((omissi…

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