Il Comune, nell'affidare la gestione del servizio idrico integrato, deve rispettare la ripartizione di competenze tra Giunta e Consiglio comunale stabilita dall'art. 42 del D.Lgs. n. 267/2000 (TUEL). Quando la proroga o il rinnovo della concessione comportano modifiche rilevanti al contenuto della convenzione originaria, come l'ampliamento del perimetro di gestione, la rimodulazione delle tariffe e l'introduzione di nuove infrastrutture, la competenza a deliberare spetta al Consiglio comunale e non alla Giunta, in quanto si configura una novazione oggettiva del rapporto contrattuale. L'atto di proroga adottato dalla Giunta comunale in tali ipotesi è pertanto illegittimo per incompetenza dell'organo. Il Comune non può prorogare unilateralmente la concessione del servizio idrico integrato senza il consenso del gestore uscente, in quanto ciò violerebbe il principio di libera iniziativa economica sancito dall'art. 41 Cost. Inoltre, il Comune deve garantire il rispetto dei principi comunitari di tutela della concorrenza, par condicio, imparzialità e trasparenza nell'affidamento del servizio pubblico, evitando comportamenti ostruzionistici e discriminatori nei confronti del gestore subentrante.