Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23521 del 4 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23521PEN

Massima

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La sussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa, ai sensi dell'art. 416-bis, comma 1, c.p., richiede la prova del dolo specifico di favorire l'associazione criminale, che deve costituire l'obiettivo diretto della condotta dell'agente. Tale finalità può essere desunta non solo dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ma anche dalle circostanze e modalità della condotta, come il fatto che l'agente non sia un semplice venditore di armi ma abbia procurato un'arma, ricorrendo a un sistema illegale, a esponenti di vertice di un'associazione mafiosa, consapevole che l'arma fosse destinata a essere impiegata per finalità criminali di interesse del gruppo piuttosto che di un singolo associato. L'aggravante sussiste anche quando la finalità di agevolare l'associazione si accompagni ad esigenze egoistiche dell'agente, come il guadagno derivante dall'attività di mediazione svolta a favore della cosca, purché tale finalità costituisca l'obiettivo diretto della condotta e non sia meramente indiretta o eventuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 9/1/2020 del Tribunale del Riesame di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIORDANO ((omissis))na;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ORSI Luigi che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS), propone ricorso contro l'ordinanza con la quale il Tribuna…

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