Il reato di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p. si configura quando vi sia abitualità di comportamenti maltrattanti, anche di natura psicologica, che cagionino sofferenza fisica e morale alla persona offesa, indipendentemente dal numero di episodi di violenza fisica accertati, purché vi sia la prova del dolo del reo di sottoporre la vittima a un regime di vita degradante e vessatorio. L'attendibilità della persona offesa, pur essendo centrale, deve essere valutata unitamente agli altri elementi di prova, senza che la mera esistenza di relazioni di servizi sociali in senso contrario possa automaticamente inficiarne la credibilità. Il riconoscimento delle circostanze attenuanti di cui all'art. 62 nn. 5 e 6 c.p. richiede non solo la cessazione delle condotte maltrattanti, ma anche l'adozione di condotte riparatorie e di ravvedimento attivo da parte del reo, volte a eliminare o ridimensionare il danno cagionato alla vittima. La prescrizione dei reati di maltrattamenti e lesioni personali è sospesa e raddoppiata ai sensi dell'art. 157, comma 6, c.p.