Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23287 del 15 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23287PEN

Massima

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Il professionista che, abusando della fiducia riposta in lui dal cliente, commette artifici e raggiri per indurlo in errore e conseguire indebitamente un profitto, integra il reato di truffa, anche qualora vanti crediti professionali pregressi nei confronti dello stesso cliente. La registrazione clandestina di una conversazione tra il professionista e il cliente, effettuata da quest'ultimo, è pienamente utilizzabile come prova, non configurando intercettazione ma mera documentazione di una conversazione cui il cliente ha partecipato. Il falso in attestazione commesso dal professionista nell'ambito del rapporto fiduciario con il cliente, al fine di conseguire indebitamente un beneficio, integra il reato di falsità ideologica, a prescindere dalla circostanza che la firma apocrifa non sia direttamente riconducibile al professionista. L'esclusione della particolare tenuità del fatto ai sensi dell'art. 131-bis c.p. è giustificata dalla lesione del rapporto di fiducia tra professionista e cliente, a prescindere dall'entità del profitto indebitamente conseguito. Nel valutare la concessione delle attenuanti generiche e la determinazione della pena, il giudice può legittimamente considerare la condotta successiva del professionista volta a negare ogni addebito, nonché l'assenza di elementi positivamente valutabili, come la giovane età professionale, già oggetto di specifica considerazione in sede di commisurazione della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 09/10/2020 dalla Corte d'Appello di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PAZIENZA Vittorio;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale MANUALI Valentina, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
Lette le conclusioni del difensore delle parti civili (OMISSIS) e …

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