Il provvedimento di decadenza di una convenzione urbanistica, pur se annullato per vizi procedurali, non determina automaticamente il diritto al risarcimento del danno in capo al soggetto privato, qualora l'impossibilità di realizzare il progetto edificatorio previsto dalla convenzione dipenda da fattori sopravvenuti e indipendenti dalla volontà dell'amministrazione, come l'intervenuta imposizione di vincoli paesaggistici e ambientali sull'area oggetto della convenzione, che ne precludono l'edificazione. In tali casi, il nesso di causalità tra il provvedimento di decadenza e il danno lamentato dal privato è interrotto dalle sopravvenienze impeditive, che assumono autonoma e sufficiente efficacia preclusiva all'attuazione del piano di lottizzazione, rendendo irrilevante il vizio procedurale del provvedimento di decadenza. Inoltre, il privato che non abbia chiesto la sospensione cautelare del provvedimento di decadenza, contribuendo così alla produzione del danno, non può essere risarcito ai sensi dell'art. 30, comma 3, del d.lgs. n. 104/2010, in applicazione del principio di evitabilità del danno mediante l'ordinaria diligenza.