Il vincolo di inedificabilità assoluta di cui all'art. 23, comma 10, della legge regionale n. 37/1985 è direttamente applicabile nei confronti dei privati, indipendentemente dalla sua previsione negli strumenti urbanistici, e comporta il rigetto della domanda di sanatoria edilizia anche per opere di modesta entità, quali pertinenze o modifiche di edifici preesistenti, senza che sia necessaria la comunicazione di avvio del procedimento o che rilevi il decorso di un lungo lasso di tempo tra la realizzazione dell'abuso e l'adozione del provvedimento sanzionatorio. Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a respingere la richiesta di sanatoria edilizia per interventi realizzati in violazione di tale vincolo, a prescindere dalla natura e dall'entità delle opere, non potendo trovare applicazione in tali ipotesi il regime derogatorio previsto dall'art. 10 della legge regionale n. 26/1986 per gli aumenti di volume non superiori al 10% rispetto al preesistente, in quanto l'onere di provare il rispetto di tale limite è a carico del privato richiedente. Inoltre, il meccanismo del silenzio-assenso di cui all'art. 35 della legge n. 47/1985 non opera quando l'intervento sia stato realizzato in zona sottoposta a vincolo assoluto di inedificabilità.