La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: La denuncia/segnalazione di inizio attività (SCIA) è uno strumento di massima semplificazione che consente al privato di intraprendere un'attività direttamente ammessa dalla legge, senza il previo consenso dell'Amministrazione, ma con l'assunzione di un'auto-responsabilità nel comunicare l'intenzione di esercitare tale attività. Tuttavia, l'Amministrazione mantiene il potere di verificare la sussistenza in concreto di tutti i requisiti e presupposti per l'esercizio dell'attività comunicata dal privato, potendo quindi adottare provvedimenti inibitori entro il termine legale, ovvero anche successivamente in caso di accertata incompletezza o inesattezza delle dichiarazioni contenute nell'autocertificazione. In particolare, quando si è in presenza di un abuso edilizio, il Comune deve adottare l'ordinanza di sospensione dei lavori (se ancora in corso) e, entro i successivi 45 giorni, l'ordinanza di demolizione, concedendo all'interessato il termine di 90 giorni per l'adempimento volontario; decorso inutilmente tale termine, l'Amministrazione può procedere all'acquisizione gratuita al patrimonio comunale dell'area di sedime, all'esecuzione in danno della demolizione, ovvero all'applicazione della sanzione pecuniaria, ove ne ricorrano i presupposti. L'ordinanza di sospensione dei lavori ha natura cautelare e provvisoria, finalizzata ad evitare l'aggravio del danno urbanistico, perdendo efficacia allo spirare del termine di 45 giorni dalla sua adozione, laddove l'Amministrazione non abbia emanato alcun provvedimento sanzionatorio definitivo.