Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13346 del 27 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13346PEN

Massima

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Il mancato avviso nel decreto penale di condanna della facoltà per l'imputato di chiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova, previsto dall'art. 460 c.p.p., comma 1, lett. e), costituisce una nullità assoluta, non sanabile per tardività dell'eccezione, in quanto la relativa garanzia è strumentale all'effettivo esercizio del diritto di difesa. Tuttavia, l'imputato che non abbia tempestivamente richiesto di accedere al beneficio della messa alla prova, non può dolersi ex post della violazione di tale garanzia, difettando in capo a lui l'interesse concreto e attuale alla relativa censura. La nullità derivante dall'omesso avviso non determina, pertanto, la rimessione in termini dell'imputato per la richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova, ove tale richiesta non sia stata formulata in occasione della prima udienza utile successiva alla declaratoria di incostituzionalità della norma.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - rel. Consigliere

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza in data 30.5.2018 del Tribunale di Castrovillari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza in data 30.5.2018 il Tribunale di Castrovillari ha condannato, a seguito di opposizio…

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