Il reato di produzione di materiale pornografico mediante utilizzo di minore, di cui all'art. 600-ter, comma 1, c.p., si configura anche in assenza di un esplicito consenso del minore, in quanto il concetto di "utilizzazione" deve essere inteso come vera e propria degradazione del minore ad oggetto di manipolazioni. Ai fini dell'integrazione del reato di pornografia minorile di cui all'art. 600-ter c.p., non è necessario l'accertamento del concreto pericolo di diffusione del materiale pornografico prodotto, essendo sufficiente che la condotta del soggetto agente abbia una consistenza tale da implicare tale pericolo. La graduazione del trattamento sanzionatorio rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale la esercita in aderenza ai principi enunciati negli artt. 132 e 133 c.p., sicché è inammissibile la censura che nel giudizio di cassazione miri ad una nuova valutazione della congruità della pena, salvo il caso in cui la pena inflitta sia di gran lunga superiore alla misura media edittale.