Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37330 del 1 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:37330PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini del riconoscimento della continuazione tra il reato associativo di cui all'art. 416-bis c.p. e i reati-fine commessi nell'ambito dell'associazione, il giudice dell'esecuzione deve effettuare un'approfondita valutazione delle circostanze di fatto, verificando in particolare: 1) se i reati-fine, anche se commessi in epoca successiva rispetto alla contestazione del reato associativo, siano comunque riconducibili al medesimo disegno criminoso dell'associazione, tenendo conto dell'accertamento già operato in sede di cognizione circa la continuazione tra alcuni di tali reati; 2) se le dichiarazioni del condannato sulla prosecuzione della sua partecipazione all'associazione oltre la data indicata nella sentenza di condanna siano attendibili e possano giustificare l'inclusione nel medesimo disegno criminoso anche di reati commessi in epoca successiva; 3) se, pur essendo il reato di rapina generalmente caratterizzato da una natura estemporanea, nel caso concreto esso possa comunque ritenersi programmato e realizzato nell'ambito dell'associazione criminosa, in attuazione del suo disegno delittuoso. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare tali elementi, deve fornire un'adeguata e completa motivazione, anche in caso di rigetto dell'istanza di applicazione della continuazione, al fine di consentire il controllo di legittimità sulla correttezza dell'iter logico-giuridico seguito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. ESPOSITO Ald - Rel. Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 66/2017 del TRIBUNALE DI CATANIA del 24/11/2017;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Esposito Aldo;
lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona della Dott.ssa Filippi Paola, che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza impugnata con rinvio per nuovo esame al Tribunale di Catania.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Catania, in funzione di giudice dell'esecuzione…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.