Il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati, tra cui la spendita e messa in circolazione di banconote false, è configurabile anche in presenza di una struttura organizzativa rudimentale e di breve durata, purché vi sia la prova di un accordo stabile tra i partecipi, della disponibilità di una fonte di approvvigionamento delle banconote contraffatte e di una ripartizione dei ruoli all'interno del sodalizio. Non è necessario che l'agente abbia un contatto diretto con l'autore materiale della falsificazione, essendo sufficiente un rapporto mediato attraverso l'intermediazione di altri soggetti. La responsabilità per il reato di ricettazione può essere desunta da un complesso di indizi convergenti, tra cui le risultanze delle intercettazioni telefoniche, anche se non vi è prova diretta dell'effettivo acquisto dei beni di provenienza delittuosa. La genericità e l'assertività delle censure difensive, che si limitano a prospettare una diversa lettura del materiale probatorio senza confutare specificamente la motivazione della sentenza impugnata, comportano l'inammissibilità o il rigetto dei relativi motivi di ricorso.