La variante al piano di lottizzazione, anche se incidente su aree non contigue, può essere legittimamente approvata dal Comune, purché sia stata preceduta da una nuova pianificazione dell'intera estensione della lottizzazione e sia stata attuata per stralci funzionali convenzionabili separatamente, in conformità all'art. 3, comma 3, della legge regionale n. 20/1991. L'approvazione della variante di piano non è soggetta a previo nulla osta paesaggistico regionale, in quanto l'art. 24 della legge n. 47/1985 ha implicitamente superato l'art. 28, comma 2, della legge n. 1150/1942, escludendo tale forma di controllo preventivo sui piani di lottizzazione, salvo che per le aree e gli ambiti individuati dalla Regione come di interesse regionale. Inoltre, l'area interessata dalla variante non risulta assoggettata a vincolo paesaggistico ai sensi dell'art. 142 del d.lgs. n. 42/2004. La variante di piano non è soggetta agli adempimenti previsti dagli artt. 5 e 6 della legge regionale n. 8/2004, in quanto l'ambito territoriale interessato non rientra tra quelli individuati dall'art. 3, comma 1, della medesima legge. Tuttavia, la variante di piano avrebbe dovuto essere sottoposta a procedura di screening ambientale preliminare, ai sensi della normativa comunitaria e regionale in materia di valutazione di impatto ambientale, in quanto comporta un incremento volumetrico superiore a 25.000 mc. e riguarda un "centro turistico residenziale" ai sensi della deliberazione regionale n. 5/11 del 2005. L'omissione di tale adempimento non determina l'illegittimità della variante, ma comporta il blocco degli effetti applicativi della stessa, con conseguente annullamento della concessione edilizia rilasciata in attuazione della variante, in assenza della preventiva procedura di screening.