Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36725 del 10 settembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:36725PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente, con atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della vittima, manifesta l'intenzione di uccidere (animus necandi), anche se il risultato letale non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. L'animus necandi può essere desunto dalla condotta dell'agente, come l'aver sparato un colpo di arma da fuoco verso parti vitali del corpo della vittima, nonché dalla pregressa manifestazione di una decisione di uccidere, maturata a seguito dell'inefficacia di precedenti minacce e intimidazioni. Anche il mancato raggiungimento dell'obiettivo letale per un errore di mira o per la mancata esperienza di sparo dell'agente non esclude la configurabilità del tentato omicidio, essendo sufficiente che gli atti compiuti siano idonei ed univocamente diretti a cagionare la morte della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. BONITO ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 12253/2013 CORTE APPELLO di ROMA, del 30/04/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/06/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROCCHI GIACOMO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore Avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte di app…

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