Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20323 del 15 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20323PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il dipendente pubblico che, pur essendo legittimamente in malattia, omette di comunicare all'amministrazione di appartenenza l'instaurazione di un rapporto di lavoro continuativo e retribuito presso un soggetto privato, realizza un artificio idoneo ad indurre in errore l'amministrazione e a conseguire un ingiusto profitto, integrando il reato di truffa militare. L'incompatibilità tra lo status di dipendente pubblico e lo svolgimento di attività lavorativa privata continuativa sussiste anche in caso di assenza per malattia, poiché l'omessa richiesta di autorizzazione all'amministrazione determina comunque la decadenza dall'impiego e l'interruzione della retribuzione. Il silenzio maliziosamente serbato dal dipendente circa la propria situazione di incompatibilità, pur in assenza di false certificazioni mediche, costituisce il raggiro idoneo a configurare il reato di truffa, in quanto induce l'amministrazione a mantenere il rapporto di impiego e a corrispondere la retribuzione, in assenza dei presupposti per farlo. Il fatto che il dipendente non possa comunque prestare attività lavorativa all'amministrazione a causa delle sue condizioni di salute non esclude la sussistenza dell'ingiusto profitto, poiché l'amministrazione avrebbe dovuto interrompere il rapporto di lavoro e la corresponsione dello stipendio qualora fosse stata a conoscenza della situazione di incompatibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO P.M.S. - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 49/2013 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 03/07/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERA MARIA SEVERINA CAPRIOGLIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 3.7.2013 la Corte militare d'appell…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.