Il diritto all'abitazione, quale bene primario e requisito essenziale caratterizzante la socialità cui si conforma lo Stato democratico, deve essere adeguatamente e concretamente tutelato dalla legge, anche attraverso l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica in deroga alla graduatoria ordinaria, in presenza di situazioni di eccezionale gravità e urgenza, come l'antigienicità o l'impropria destinazione dell'alloggio occupato, che non possano essere risolte con l'ordinaria procedura di assegnazione. Tuttavia, tale assegnazione in deroga non costituisce un automatismo, ma richiede una ponderata valutazione discrezionale da parte dell'amministrazione comunale, che deve tenere conto di tutti gli elementi della fattispecie concreta, come la situazione lavorativa e reddituale del richiedente, l'eventuale fruizione di precedenti contributi pubblici per l'alloggio, nonché il grado di precarietà e di pericolo per l'incolumità degli occupanti. L'amministrazione, pertanto, può legittimamente respingere la richiesta di assegnazione in deroga, ove ritenga che la situazione di disagio abitativo, pur grave, non presenti i caratteri dell'eccezionalità e dell'urgenza tali da giustificare una deroga all'ordine di graduatoria, specie quando il richiedente risulti già beneficiario di un precedente contributo pubblico per l'alloggio e non versi in condizioni di particolare vulnerabilità.