Consiglio di Stato sentenza n. 7215 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:7215SENT

Massima

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Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. L'eventuale accoglimento dell'appello, e quindi del ricorso di primo grado, comporterebbe l'obbligo per l'Amministrazione di ripronunciarsi sull'istanza di variante e, in caso di esito favorevole del relativo procedimento, l'emissione di un nuovo titolo edilizio, dal quale decorrerebbe un nuovo termine per l'esecuzione dell'intervento. Pertanto, l'eccezione di inammissibilità dell'appello per decadenza del permesso di costruire originario è infondata. 2. L'acquisizione al patrimonio comunale delle aree oggetto degli abusi edilizi, pur rappresentando una conseguenza prevista dalla legge, avendo natura sanzionatoria deve essere comunque dichiarata espressamente dall'Amministrazione previo accertamento della sussistenza di un inadempimento all'ordinanza di demolizione imputabile al suo destinatario. Pertanto, l'interesse ad agire permane, a maggior ragione, quando l'atto di acquisizione sia stato infine emanato dal Comune e sia stato tempestivamente impugnato dal proprietario. 3. Ai fini del rispetto del limite di un metro per gli interventi di scavi e riporti previsto dal Piano delle Regole, non è possibile considerare solo il livello del piazzale, ma occorre tenere conto dell'intervento nel suo complesso, dunque dell'incremento delle terre armate a sostegno del piazzale, il quale, se comporta un aumento di circa 1,80 metri del fronte, deve essere qualificato come variazione essenziale. 4. L'allargamento della sede stradale, l'eliminazione di siepi a valle e i limitati riporti di terreno a sostegno della stessa, realizzati in assenza di titolo, si pongono in contrasto con la normativa urbanistica che vieta trasformazioni tali da modificare i caratteri peculiari dell'ambiente e impone il sostanziale rispetto dei caratteri ambientali e paesistici della zona. Pertanto, il diniego di sanatoria è adeguatamente motivato. 5. Quando l'istanza di sanatoria reitera tesi già considerate e rigettate dall'Amministrazione in precedenti provvedimenti, questa può ragionevolmente limitarsi a richiamare l'esistenza dei precedenti dinieghi, così adottando un atto di mera conferma degli stessi, come tale non direttamente lesivo né autonomamente impugnabile.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/08/2024

N. 07215/2024REG.PROV.COLL.

N. 00999/2022 REG.RIC.

N. 01973/2023 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 999 del 2022, proposto da
Graziana Picchi, in proprio nonché quale titolare e legale rappresentante dell’Azienda Agricola Colletto, rappresentata e difesa dagli avvocati Mauro Fiorona e Raffaele Bonfiglio, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo in Roma, via del Forte Tiburtino, n. 98;

contro

Comune di Adrara San Martino, in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dagli avvocati Francesco De Marini e Barbara Savorelli, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto pre…

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