Cassazione penale Sez. II sentenza n. 36698 del 24 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:36698PEN

Massima

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Il reato di usura si configura quando il soggetto agente approfitta dello stato di bisogno della vittima per ottenere da questa un tasso di interesse sproporzionato rispetto alla prestazione erogata, approfittando della sua condizione di debolezza economica e psicologica. La minaccia di un male futuro, anche se non proveniente direttamente dall'agente, integra il reato di estorsione e non quello di truffa, in quanto coarta la vittima a subire la pretesa ingiusta. Il concorso nel reato di usura può essere ravvisato anche nei confronti di un soggetto che, pur non essendo direttamente autore delle condotte usurarie, sia consapevole della loro illiceità e si adoperi attivamente per la riscossione dei crediti usurari. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato deve fondarsi su una motivazione esauriente, logica e non contraddittoria, senza che il giudice di legittimità possa procedere a una nuova valutazione delle prove acquisite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

(OMISSIS), nata il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di appello di Napoli del 13/10/2011.

Letti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. S. Beltrani;

udite le conclusioni del pubblico ministero, in persona del sost. proc. gen, dott. ANIELLO Roberto (il quale ha chiesto il rigetto del ricorso di (…

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