La falsificazione di un atto di trasferimento di proprietà di un veicolo, con l'apposizione di false firme del venditore e del notaio, al fine di disporre di un valido titolo di proprietà per cederlo ulteriormente, integra il reato di truffa, in quanto tale condotta va oltre il mero inadempimento di un'obbligazione civile e rivela l'intenzione dell'agente di procurarsi un ingiusto profitto mediante l'induzione in errore della controparte. Il giudice di merito, nel valutare la congruità della sanzione penale e il diniego delle circostanze attenuanti generiche, può legittimamente fare riferimento all'intensità del dolo e alla negativa personalità del reo, desumibile anche dalla presenza di precedenti penali, senza dover necessariamente prendere in considerazione singolarmente tutti gli elementi di cui all'art. 133 c.p., essendo sufficiente l'indicazione di quelli che, nel suo discrezionale apprezzamento, assumono rilievo preminente.